Commissione cultura del secondo circolo di Alba - Giugno 2006
PIERRE TEILHARD DE CHARDIN
“Chiedersi se l’universo si sviluppa ancora significa decidere se lo spirito umano è, o non è, tuttora in corso di evoluzione. Ora, a questa domanda io rispondo senza alcuna esitazione: sì”.
Teilhard de Chardin (1881 - 1955), fu uno studioso con una personalità straordinariamente ricca: scienziato (geologo e paleontologo), filosofo, teologo e mistico, cercò di conciliare le sue due anime di scienziato e di uomo di fede. Come cattolico si confrontò con la teoria evoluzionistica di Darwin, interpretandola non come processo casuale, cioè privo di finalità specifiche, ma governato da Dio, dando vita ad una specie di “evoluzionismo finalistico” che venne condannato dalla Chiesa ufficiale.
Il pensiero di Teilhard de Chardin matura a cavallo tra ottocento e novecento, in un periodo di grande fermento scientifico in cui gli studiosi umanisti s’interrogano sul futuro della civiltà occidentale, il positivismo va in crisi e i fisici teorici fanno scoperte tali da far saltare le sicurezze nei confronti della “realtà” come fino ad allora era concepita. Alla concezione materialistica del darwinismo e del positivismo, egli oppose una cosmologia che assumeva il “principio dell’evoluzione”, ma lo estendeva alla realtà spirituale.
L’universo è tutto e sempre in movimento, ha impiegato miliardi e miliardi di anni per produrre la vita e poi il pensiero e la natura ancora oggi è “divenire”, è “un farsi”. Anche lo psichismo più elevato che conosciamo, l’anima umana, non sfugge a questa legge comune a tutte le cose. Ma, si chiede Teilhard, quale può essere la spinta profonda dell’intera ascesa delle forme di vita? Egli rileva che la trasformazione morfologica degli esseri pare essersi rallentata proprio quando sulla Terra il pensiero faceva la sua comparsa. Questa considerazione, unita al fatto che l’unica direzione costante seguita dall’evoluzione biologica è stata quella del più grande cervello, ossia della maggior coscienza, gli fa ipotizzare che forse il motore dell’evoluzione è stato il “bisogno” di pensare, di conoscere. L’evoluzione pare dunque essersi fermata in quanto a nuovi esseri e nuove forme. Ciò significa che avendo prodotto l’organo del pensiero (la coscienza), l’evoluzione procederà solo se la coscienza stessa, nell’uomo, svilupperà se stessa giungendo a percepirsi come ente universale responsabile di un movimento che non sarà più, come in passato, tutt’uno con la trasformazione delle forme materiali, ma tutt’uno con il movimento autocosciente del pensiero. E poichè è l’uomo il veicolo ed il portatore di questa conquista universale che è costata al cosmo miliardi di anni di lavoro, è solo se l’uomo dirà sì al suo compito e alla sua responsabilità universale che l’evoluzione potrà proseguire. Affinchè ciò accada è necessario che l’uomo si renda conto del valore biologico dell’azione morale e della natura organica dei legami interpersonali. La materia, secondo Teilhard, ha in sè, fin dalla sua origine la “coscienza” come principio organizzativo, quindi l’evoluzione non è solo processo deterministico, ma anche teleologico. L’evoluzione dalla pre-vita (mondo inorganico) alla vita (biosfera) tende alla produzione del mondo dell’uomo e del pensiero (noosfera), come suo culmine.
L’uomo, però, non è il punto finale: l’universo e l’uomo tendono a un punto Omega. Per il cristiano è il Cristo cosmico, punto di unione di tutta l’umanità. A questo punto lo scienziato e il filosofo lasciano posto all’uomo di fede, al mistico, che contempla il mistero di Cristo nella creazione. La sintesi del suo pensiero si manifesta non in un banale panteismo,, ma in uno sguardo di fede, capace di “vedere Dio in tutte le cose... Senza mescolarsi nè confondersi con l’universo, Dio, il vero Dio cristiano, lo invaderà sotto i vostri occhi” (L’ambiente divino, Il Saggiatore, p.24). Si comprende, a questo punto, la dinamica fondamentale dell’evoluzione dell’universo, nelle varie tappe, finalizzate alla nascita del cosmo, della vita, del pensiero e di Cristo: cosmogenesi, biogenesi, noogenesi, cristogenesi.
Teilhard de Chardin è un evoluzionista ottimista. Egli non ignora la sofferenza presente nella realtà, il suo è l’ottimismo della fede, ma “credere non è vedere. Quanto ogni altro, io cammino nelle ombre della fede...no, Dio non si nasconde, ne sono sicuro, perchè noi lo si cerchi, così come permette che noi soffriamo, ma non per aumentare i nostri meriti. Al contrario, chino sulla creazione che sale verso di Lui, egli lavora con tutte le sue forze per beatificarla e illuminarla...Ma i nostri occhi non possono ancora percepirlo...Il Regno di Dio è dentro di noi. Quando il Cristo apparirà non farà che manifestare una metamorfosi lentamente compiutasi, sotto il suo influsso, nel cuore della massa umana” (L’ambiente divino, p.158).
Bibliografia
Le opere finora pubblicate sono più di venti. Tra i titoli più significativi ricordiamo: La vita cosmica, Il Cristo nella materia, Cristologia e evoluzione, Il fenomeno umano, L’ambiente divino, L’apparizione dell’uomo, L’avvenire dell’uomo, Scienza e Cristo.
Questo testo : Evoluzionismo della mente umana: riflettendo con Pierre Teilhard de Chardin è tratto da INSIEME...IN VIAGGIO, periodico dellawww.secondocircoloalba.it
0
|
Nessun commento:
Posta un commento