E' questo il sunto di una presentazione che Giuseppe Ungaretti, insieme al altri intellettuali, fece alla Libreria Einaudi di Roma aprendo un dibattito sul libro di Giancarlo Vigorelli: Il gesuita proibito, prima opera italiana sulla vita di Pierre Teilhard de Chardin.
E' un brevissimo documento storico che vi ripropongo non prima di avervi detto che questo scritto venne pubblicato sulla rivista Europa Letteraria del 26 febbraio 1963.
Ecco il testo:
" Del libro di Giancarlo Vigorelli, Il gesuita proibito, che tratta della vita e dell'opera di P. Teilhard de Chardin, diranno stasera con competenza maggiore della mia, i relatori ai quali a momenti cederò la parola.
La chiarezza e la precisione e la compiutezza e la furia polemica di Vigorelli nell'esporre idee, è a tutti nota e non gli farò un elogio che non fosse prevedibile e non sia condiviso da tutti dicendo che in questo suo nuovo libro egli supera se stesso, facendoci seguire, come non si potrebbe neglio, il cammino e le illuminazioni d'una mente e di un'anima ardenti come quelle di P. Teilhard de Chardin
Oserò fare invece alcune osservazioni d'un credente, cioè di un poeta. Osservazioni di un poeta, mi raccomendo di non dimenticarlo, non dunque da teologo, da sapiente, nè da scienziato, ma di semplice uomo e di uomo semplice.
Nella tradizione della dottrina cristiana e nelle sue immagini, la materia ha sempre un posto e una posizione preminenti, prima del peccato originale, e dopo, quando la purezza della materia creata è contaminata e e degradata dalla superbia, dalla concupiscenza e dall'avarizia. L'Incarnazione del Cristo, la Sua passione la Sua resurrezione, la Sua ascensione al Cielo, avvengono affinchè potessero redimersi la carne e il sangue, affinchè la materia fosse ricondotta pura alla digintà del Padre, che dall'eterno l'aveva concepita nel Suo spirito, pura a Sua immagine, infondendole il Suo spiorito. E la resurrezione di tutte le umane creature, di ciascun individuo con il suo spirito ma anche con la sua carne e il suo sangue, alla fina dei secoli, non è la suprema conferma dell'importanza data sempre dalla dottrina cristiana alla materia?
Un altro punto. La teoria dell'evoluzioneè supposizione che ha reso alla scienza grandi servizi, che ha permesso a una parte della ricerca scientifica di andare avanti a grandi passi. Ma è supposizione che a un certo punto potrebbe logorarsi e oggi probabilmente non stimolerebbe più molto ardimento. Oggi la ricerca scientifica progredisce con tanta fretta che non c'è più il tempo di formularsi presupposti teorici e forse non le riesce più nemmeno di formarseli e s'accontenta di trovare sempre nuovi e sempre più portentosi portenti senza strizzarsi e sciuparsi il cervello a spiegarseli, limitandosi a registrarlseli via via con constatazioni di fatti.
Più uno sa, meno sa. P. Teilhard de Chardin ha la grande benemerenza di aver dimostrato che le antiche immagini intuite dall'uomo non potevano che farsi più intense e persuasive, se accostate ai nuovi fatti acquisiti dal sapere dell'uomo, se immedesimate nel segreto che ha preordinato a regola quei fatti.
Europa Letteraria 26 febbraio 1963
E' un brevissimo documento storico che vi ripropongo non prima di avervi detto che questo scritto venne pubblicato sulla rivista Europa Letteraria del 26 febbraio 1963.
Ecco il testo:
" Del libro di Giancarlo Vigorelli, Il gesuita proibito, che tratta della vita e dell'opera di P. Teilhard de Chardin, diranno stasera con competenza maggiore della mia, i relatori ai quali a momenti cederò la parola.
La chiarezza e la precisione e la compiutezza e la furia polemica di Vigorelli nell'esporre idee, è a tutti nota e non gli farò un elogio che non fosse prevedibile e non sia condiviso da tutti dicendo che in questo suo nuovo libro egli supera se stesso, facendoci seguire, come non si potrebbe neglio, il cammino e le illuminazioni d'una mente e di un'anima ardenti come quelle di P. Teilhard de Chardin
Oserò fare invece alcune osservazioni d'un credente, cioè di un poeta. Osservazioni di un poeta, mi raccomendo di non dimenticarlo, non dunque da teologo, da sapiente, nè da scienziato, ma di semplice uomo e di uomo semplice.
Nella tradizione della dottrina cristiana e nelle sue immagini, la materia ha sempre un posto e una posizione preminenti, prima del peccato originale, e dopo, quando la purezza della materia creata è contaminata e e degradata dalla superbia, dalla concupiscenza e dall'avarizia. L'Incarnazione del Cristo, la Sua passione la Sua resurrezione, la Sua ascensione al Cielo, avvengono affinchè potessero redimersi la carne e il sangue, affinchè la materia fosse ricondotta pura alla digintà del Padre, che dall'eterno l'aveva concepita nel Suo spirito, pura a Sua immagine, infondendole il Suo spiorito. E la resurrezione di tutte le umane creature, di ciascun individuo con il suo spirito ma anche con la sua carne e il suo sangue, alla fina dei secoli, non è la suprema conferma dell'importanza data sempre dalla dottrina cristiana alla materia?
Un altro punto. La teoria dell'evoluzioneè supposizione che ha reso alla scienza grandi servizi, che ha permesso a una parte della ricerca scientifica di andare avanti a grandi passi. Ma è supposizione che a un certo punto potrebbe logorarsi e oggi probabilmente non stimolerebbe più molto ardimento. Oggi la ricerca scientifica progredisce con tanta fretta che non c'è più il tempo di formularsi presupposti teorici e forse non le riesce più nemmeno di formarseli e s'accontenta di trovare sempre nuovi e sempre più portentosi portenti senza strizzarsi e sciuparsi il cervello a spiegarseli, limitandosi a registrarlseli via via con constatazioni di fatti.
Più uno sa, meno sa. P. Teilhard de Chardin ha la grande benemerenza di aver dimostrato che le antiche immagini intuite dall'uomo non potevano che farsi più intense e persuasive, se accostate ai nuovi fatti acquisiti dal sapere dell'uomo, se immedesimate nel segreto che ha preordinato a regola quei fatti.
Europa Letteraria 26 febbraio 1963
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