TEILHARD DE CHARDIN
L'uomo di fronte alla scienza
Ancora una volta una visita fruttuosa alla bancarella di libri usati. Ho preso tra le mani un libro di Georg Popp: I grandi della fede- I personaggi che hanno segnato il cammino dell’umanità, edito dalla Piemme nel 1992. Alle pagine 235-242 ho trovato il capitolo dedicato a Teilhard de Chardin che vi ripropongo.
Con grandi sforzi due uomini e una donna si aprivano una strada attraverso la giungla, dove la natura era perfettamente intatta; avanzavano faticosamente, camminando lungo un corso d’acqua che attraversava quella zona selvaggia dell’India. Il sudore imperlava la loro fronte, ma Teilhard, uno dei tre, non per questo si arrestava; gli altri due erano il suo amico Helmut de Terra e sua moglie Rhoda. Erano tutti e tre paleontologi e studiavano la preistoria.
Anche in quel momento erano in cammino verso caverne che un tempo erano abitate dall’uomo. Teilhard aveva il desiderio irrefrenabile di scoprire la vera origine della storia umana; per raggiungere questo obiettivo era pronto a superare qualunque ostacolo. Pochi anni prima, nel 1930, aveva fatto parte della spedizione che aveva scoperto l’Uomo di Pechino, un antenato molto remoto della nostra specie. I più famosi studiosi di preistoria avevano sempre gradito molto la partecipazione di Teilhard ai loro viaggi di ricerca. Stimavano la sua disponibilità e quella mancanza di pretese personali, che gli era propria in quanto membro di un ordine religioso: era infatti un gesuita. Apprezzavano inoltre il suo zelo scientifico e la sua costanza, doti che vangono solitamente riconosciute ai sacerdoti della Compagnia di Gesù.
Helmut de Terra ammirava quest’uomo che con i suoi cinquantaquattro anni era ancora così pieno di energie e dedicava tutta la sua vita a Dio e alla scienza. Infatti in quanto appartenente ad un ordine religioso non aveva né famiglia né proprietà ed era perciò libero di dedicarsi completamente ai fini che si era prefissi. Per raggiungerli sembrava dimenticare tutto, per esempio, in qual momento il fatto che si sarebbe potuto fare finalmente una pausa.
“Pierre, - gli gridò Helmut – non possiamo riposarci un po’? Anche Rhoda è piuttosto stanca”. Teilhard vi voltò, si asciugò la fronte e disse ridendo:” Si, ha ragione, e siamo anche perfettamente in orario”. Si mise a sedere su un sasso coperto di muschio. Con i suoi pantaloni color caki, ormai sporchi,non sembrava davvero un sacerdote. Tuttavia chi lo conosceva più da vicino avvertiva che era costantemente unito a Dio nella preghiera. Anche la sua passione per la scienza e la ricerca della verità derivavano evidentemente da questo amore per Dio.
“Mi dica un po’ – prese a dire Rhoda de Terra in tono interrogativo – come riesce a conciliare due realtà così diverse? Lei è un sacerdote cattolico convinto, un gesuita e nello stesso tempo è un ricercatore di livello mondiale. Negli ultimi ottant’anni a partire da Darwin la scienza si è andata progressivamente allontanando dalla Chiesa, e la Chiesa si è comportata allo stesso modo! Lei, in quanto scienziato di indiscussa serietà, come può credere ancora alla Bibbia e ai racconti di Adamo ed Eva..?”
Teilhard si mise a ridere, subito però si rifece serio e assunse un’espressione quasi preoccupata “Si, ha ragione. Tutto fa credere che si debba scegliere tra scienza e fede. La religione e la scienza sembrano contrapporsi senza possibilità di conciliazione. Da ragazzo non scorgevo in ciò nessun problema. Mio Padre mi conduceva con sé durante le sue escursioni attraverso i boschi della mia patria francese Raccoglievamo pietre e stavamo ad ascoltare il canto degli uccelli. Ho sempre amato la natura. Mia Madre mi insegnò a parlare con Dio…”
“Mas allora Lei era diviso in due!” “No, al contrario! io vedevo la grandezza e l’amore di Dio nella bellezza della natura ed ero affascinato dall’idea che nell’universo nulla avviene per caso. Chi conosce la natura avverte un profondo senso di protezione e percepisce che essa è “governata” da Qualcuno.
Se Dio non sostenesse l’universo, tutto sarebbe privo di significato e la natura non potrebbe ispirare all’uomo fiducia.
Se riflettiamo sulle origini della vita sulla terra scopriamo che l’evoluzione compie sempre un movimento ascendente: prima c’era la materia inanimata; poi si sviluppa la vita e alla fine venne l’uomo. cioè un essere vivente animato dallo spirito, una persona. In termini scientifici questo fenomeno si chiana evoluzione: il regno animale si suddivide in molte specie, che derivano l’una dall’altra. Nel complesso si può tuttavia individuare un movimento finalizzato verso l’alto, quasi un asse che porta all’uomo”.
“ La Chiesa però nega la teoria evoluzionistica!” esclamò la signora. “Io direi piuttosto –riprese Teilhard - che la Chiesa non ha ancora perfettamente “digerito” questa teoria; parla però chiaramente di un movimento rivolto verso l’alto. Sostiene inoltre che la natura persegue uno scopo e che tutto è orientato ad un fine e tende a Dio, oppure precipita nel vuoto. L’evoluzione stessa dimostra che esiste un fine ultimo. La natura non farebbe ad esempio insorgere lo stimolo della sete se non ci fosse l’acqua. L’uomo dunque è alla ricerca di un significato dell’esistenza proprio perché esso esiste davvero”.
Su tutto ciò Rhoda de Terra poteva anche essere d’accordo: se la materia e la vita subiscono un’evoluzione finalizzata verso l’alto, allora questo fine che sta al di sopra del mondo, ovvero Dio, deve esistere. Poiché però c’era un aspetto che ella continuava a non capire, obiettò: “Tuttavia ciò che la Bibbia afferma della creazione non può essere conciliato con l’evoluzione”. Teilhard non potè fare a meno di sorridere sotto i baffi; era troppi ad avere questa strana idea.
“E perché non potrebbe essere conciliato? - - rispose – Guardi, la Bibbia non vuole mica insegnare le scienze naturali, questo è compito degli scienziati. La Sacra Scrittura ci rivela che Dio è l’origine e il fine della nostra vita. Il mondo e la vita hanno un senso solo se esiste Dio. Dunque io cerco di vivere insieme con lui: è verso di Lui che voglio orientare la mia vita, esattamente come tutta la natura compie un moto evolutivo verso l’alto. Per questo la Bibbia rivela che Dio è all’origine di tutto l’universo che ha creato; poi racconta anche che un tempo gli uomini hanno cercato di vivere uniti a Lui, come fecero Abramo, Mosè ed altri ancora”
“Noi oggi – prosegue Teilhard – non siamo più in grado di comprendere il linguaggio dei simboli, che pure esistono anche in relazione a semplici esperienze di vita quotidiana. Quando, per esempio, Lei osserva un’opera d’arte non dice: questa statua mente perché fa finta di essere di carne, mentre invece è di pietra. Oppure quando si espime per mezzo di un proverbio, come ad esempio: la mela non cade mai lontano dall’albero, non intende parlare propriamente della frutta della pianta, ma allude al rapporto che intercorre tra un padre ed un figlio. In questa situazione lei riesce intuitivamente a capire il messaggio dei simboli, mentre Le è praticamente impossibile comprenderlo in relazione alla Bibbia”.
“ la Sacra Scrittura è un’opera d’arte ed è così che deve essere letta. Essa afferma che l’umanità ha in comune una coppia di genitori. Ciò significa che noi uomini siamo tutti parenti e apparteniamo alla stessa specie, siamo tutti sulla stessa barca; questo soprattutto al giorno d’oggi, Le dovrebbe essere più evidente che mai. Ciò che accade al mio vicino o agli uomi8ni che vivono in Africa riguarda anche me. E’ questo il messaggio della Bibbia quando parla dell’umanità come di una famiglia nata da un’unica coppia di genitori”.
Rhoda de Terra era affascinata: “Se questo è il significato della Scrittura – esclamò – allora il suo simbolismo è bellissimo. Perché non ce lo spiega nessuna?” Teilhard sorridendo disse :2Bene, un pochino bisogna anche sforzarsi da soli nel capire i testi sacri. Ma credo che dobbiamo rimetterci in cammino, altrimenti non ce la faremo ad arrivare prima che faccia buoi2:
Rimisero gli zaini in spalla e ripresero la marcia. Helmut de Terra non aveva partecipato al dialogo, era solo stato a sentire. Ora pensava che Teilhard era in un certo senso da invidiare: egli infatt5i sapeva con chiarezza per che cosa viveva e lavorava e certamente ciò gli dava anche la forza di sopportare tante difficoltà Se tutta la storia universale ha un senso, allora vale ovviamente la pena di vivere. Teilhard era chiaramente consapevole di essere diretto verso Dio insieme a tutta la natura.
I tre scienziati furono finalmente in vista delle caverne, la meta della loro marcia. Prepararono i giacigli per la notte; mentre Helmut e Rhoda de terra si addormentarono esausti per la fatica, Teilhard accese una torcia e si diresse verso quelle caverne che molto tempo addietro erano state abitate dagli uomini. Voleva stare solo con la sua millenaria storia dell’umanità e con Dio.
Un brivido gli attraversò la schiena mentre varcava l’ingresso della caverna che il baluginare della fiaccola rendeva ancora più spettrale. Si inginocchiò per terra per raccogliere una piccola pietra apparentemente insignificante. In realtà, tanto tempo fa qualcuno l’aveva affilata per farne una lama…
Teilhard cominciò a pensare e a pregare così:” Mio Dio, la storia degli uomini è sconvolgente! I nostri attrezzi e i nostri strumenti sono di gran lunga più efficienti di quelli di un tempo; però i problemi e le preoccupazioni della vita non sono cambiati attraverso i millenni. I cataclismi naturali, le malattie, la morte, la felicità, la sofferenza, l’amore e l’odio hanno sempre toccato l’uomo. E l’uomo ha sempre saputo che tutto passa, tranne te. Si, o Signore, solo chi edifica su di tè può trovare stabilità, pace e felicità. Tu sei il fine ultimo di tutto l’universo. Tu solo se anche il fine della mia vita. I nostri antenati hanno levato a te le loro preghiere in questa caverna così come sto facendo anch’io in questo momento. Sapevano di essere una cosa sola con il cosmo, con gli animali e con tutte le creature e di starei tutti sotto la tua protezione.
Oggi chi guida la Chiesa ha difficoltà ad accettare la teoria dell’evoluzione e molti non capiscono il senso delle mie ricerche. Ma tu sai che io faccio tutto questo soltanto per mostrare all’uomo la verità su se stesso. Voglio fargli capire che tu sei il suo fine.
Il mondo scientifico stima il mio lavoro. Tuttavia i miei superiori, all’interno della Chiesa, mi proibiscono di pubblicare l’esito dei miei studi. E’ una situazione che mi procura molta amarezza, perché so che non potrò vedere il futuro delle mie ricerche, della mia vita. Perché accade questo? Perché spesso la Chiesa aspetta che passi il tanto tempo prima di accettare qualcosa? So, o Signore, che la verità non ha bisogno che io le procuri la vittoria. Tu puoi farla vincere, anche se io non vedrò più il suo trionfo. Il problema è la verità, non il mio successo, tuttavia mi costa molto dover accettare tutto ciò”.
Teilhard era sempre inginocchiato per terra, sulle pietre dure e fredde. Gli capitava spesso di lottare con se stesso, come stava facendo anche ora. Alcune persona all’interno della Chiesa gli rendevano difficile la vita perché ritenevano pericolose le sue teorie, e non ne capivano affatto il significato. Ciononostante egli non aveva mai pensato di allontanarsi dalla Chiesa; voleva aiutarla a ”capire” e non contrastarla.
“Si tratta di te, o Cristo. >Sei tu che io voglio servire anche a prezzo di gravi sacrifici personali – ricominciò a pregare - . Prima o poi la Chiesa e la Scienza riconosceranno che l’evoluzione della materia verso la vita, e la vita verso lo spirito ha te come unico fine. Tutto tende verso di te, o Cristo. La Chiesa conosce te, il fine, ma non l’evoluzione. La scienza conosce l’evoluzione, lo sviluppo, ma non conosce te, il fine. Io amo la scienza e questo mondo perché amo te, che sei il mio Signore. Se al di là dell’evoluzione non ci fossi tu, ma il nulla, allora non potrei amare questo mondo. Ma tu attiri tutto a te, nell’immensità del tuo amore. Camminare con la natura e con tutto l’universo per raggiungere te: questo è il senso della mia vita “
DIETER BOHLER
in Georg Popp, I grandi della fede – i personaggi che hanno segnato il cammino dell’umanità, Edizioni Piemme 1992
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