lunedì 14 gennaio 2013

 
Pierre Teilhard de Chardin s.j.
 
 
             IL CRISTICO

 Nota introduttiva

E’ questo testo l’ultima riflessione di Teilhard de Chardin, pochi giorni prima della sua morte,avvenuta, come sapete, nel giorno di Pasqua del 1955.
Questa riflessione, che consiglio  ad ogni cristiano di leggere,  riguarda esclusivamente il Cristo, che è la quintessenza di tutta la visione teilhardiana.
E’ possibile trovare il testo completo nell’opera: Teilhard de Chardin: Il Cuore della Materia,  Queriniana Editrice, 1998, pag.67- 86.
E’ un testo straordinario quale solo i grandi uomini di fede e i mistici  come Teilhard sono capaci di scrivere,  frutto della sua  intensa vita vissuta immersa perdutamente in quella del Cristo Redentore.
Quialche anno  prima di morire, Teilhard scriveva  una lettera a Jeanne Mortier, che sarebbe diventata la sua legata testamentaria: “ Questo straordinario Cristico: non vorrei morire prima di averlo espresso più o meno come l’intravedo, con uno stupore che non smette di crescere”
Ed infatti IL CRISTICO venne finito nel marzo del 1955.
Il 9 febbraio del 1955 Teilhard scriveva  ancora a Jean Mortier: “ Comincio  decisamente il Cristico, senza ben sapere il tono e l’andamento che  la cosa assumerà.  Preghi perché io faccia meglio che possa – perché venga il suo Regno”.
Il Cristico è diviso in 4 capitoli più l’Introduzione e la Conclusione.
I capitoli sono:
Introduzione: l’Amorizzazione dell’Universo;
  1. La Convergenza dell’Universo;
  • l’Emergenza del Cristo;
  • L’Universo Cristificato
  • a- Consumazione dell’Universo mediante il Cristo
    b – La consumazione del Cristo mediante l’Universo
    c – L’Ambiente Divino
          4    La Religione di Domani
      Conclusione: Terra Promessa
    Dalla lettura di questo testo traspare condensato tutto l’amore per il Cristo e  tutta la sofferenza ( per non essere stato compreso) della sua vita e preannuncia , in qualche modo, l’imminente abbandono della vita terrena.
    Ma è anche  sentendosi solo la sua fede in Dio e nel Mondo rimane salda e “vede” la Diafania che ha impregnato tutto e “sa” che la sua visione diverrà l’orizzonte di un numero sempre più crescente di persone nel Mondo.: Infatti Egli dice: “Basta, per la Verità, apparire una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa mai più impedirle d’invadere tutto e d’incendiare tutto”.
    Non posso  pubblicare tutto il testo perché è lungo, ma nell’invitarvi a leggere e meditare il testo voglio almeno pubblicare il capitolo finale del Cristico: Terra Promessa.


                      IL CRISTICO
    ………….
    Conclusione: Terra Promessa


    L’Energia che diventa Presenza….
    E pertanto la possibilità  che si scopre, che si apre all’Uomo, son solo di credere e di sperare, ma (cosa ben più inattesa e preziosa!) d’amare, coestensivamente e coorganicamente, assieme all’intero passato, anche il presente ed il futuro d’un Universo in corso di auto concentrazione….
    Sembrerebbe che un solo raggio d’una siffatta luce, cadendo come una scintilla in un qualsiasi punto della Noosfera,  dovesse provocare un’esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi sull’istante la faccia della Terra.
    Allora, per quale motivo, guardando attorno a me ed ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovo quasi solo della mia specie? Solo ad aver “visto”…  incapace pertanto, quando me lo si chiede,  di citare un solo autore, un solo scritto, in cui si riconosca, in termini chiari, la meravigliosa “Diafania” che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto?
    E, soprattutto, per quale motivo, “sceso dalla montagna”, e nonostante la magnificenza che riempie i miei occhi, io mi ritrovo così poco migliorato, così poco pacificato, così incapace di far passare nel mio agire, e pertanto di comunicare effettivamente agli altri, la meravigliosa unità in cui mi sento immerso?...
    Il Cristo Universale? L’Ambiente Divino?...
    Tutto sommato, non sarei  forse  soltanto la vittima di un miraggio interiore?...
    Ecco ciò che spesso mi domando.
    Ma ecco pure ciò contro cui, dal fondo di me stesso, ogni volta che mi assale il dubbio, tre successive onde d’evidenze insorgono, - spazzando via dalla mia mente il falso timore che il mio “Cristico” possa essere una semplice illusione.
    Dapprima l’evidenza della “coerenza” che questo ineffabile Elemento ( o Ambiente)  stabilisce nel più profondo del mio pensiero e del mio cuore.  Certo ( e lo so anche troppo…), nonostante l’ambizioso splendore delle mie idee , rimango, in pratica, in uno stato d’imperfezione che mi preoccupa.  A dispetto  delle  pretese della sua formazione, la mia fede non realizza in me altretanta carità reale, altrettanta calma fiducia che,  nell’umile persona inginocchiata accanto a me,  produce il catechismo che insegnano ancora ai bambini.  Ma so anche che questa Fede raffinata, che uso così male,  è l’unica che io possa sopportare, l’unica che mi soddisfi, - e persino (non posso dubitarne) l’unica che sia capace di bastare ai “ carbonai” ed alle “comari” di domani.
    Evidenza, poi,  della “potenza contagiosa” d’una forma di Carità in cui diventa possibile amare Dio non solo  “con tutto il corpo e tutta l’anima”, ma con tutto l’Universo-in-Evoluzione.  Ho testè confessato la mia attuale impossibilità di citare una sola “autorità”  (religiosa o laica) , in cui potessi riconoscermi totalmente, sia dalla parte “visione cosmica” che dalla parte “visione cristica”.  Eppure come non sentir vibrare attorno a me (anche solo dal vedere come “le mie idee”  si diffondono) la massa di tutti coloro – dai confini dell’incredulità sino al fondo dei conventi –pensano, sentono, o almeno presentono proprio come me? – Coscienza riconfortante, in verità, di non scoprire nulla da me, ma di risonare molto semplicemente a ciò che necessariamente ( dato un certo stato del  Cristianesimo e del Mondo) vibra dovunque nelle anime che mi circondano.  E pertanto coscienza esaltante di non essere né me  né solo, - ma d’essere una legione – ma d’essere persino “tutti”, nella misura  in cui riconosco,  palpitante nelle mie profondità, l’umanità di domani.
    Evidenza, infine della “superiorità” (seppure ad un tempo “l’identità “) di ciò che vedo rispetto a ciò che mi è stato insegnato.  Per la loro stessa funzione, né Dio che ci attira può essere meno perfetto, né il Mondo con cui evolviamo può essere meno stimolante di quanto lo concepiamo e di quanto ne abbiamo bisogno.  In un caso come nell’altro ( a meno d’ammettere una positiva disarmonia nella stessa stoffa delle Cose), la verità si trova nella direzione del grado massimale, - Ora, abbiamo visto in precedenza, è nel “Cristico” che, nel nostro secolo, il Divino raggiunge il fastigio dell’adorabile, e l’Evolutivo il sommo potere d’attivazione. – Allora che cosa concludere, fuorchè riconoscere che, proprio da quella parte, inevitabilmente, l’Umanità propende e, presto o tardi, s’unificherà?
    Ed ecco che, questa volta si spiegano molto naturalmente il mio isolamento e la mia apparente singolarità.
    Dappertutto sulla Terra, in questo momento, in seno alla nuova atmosfera creata dall’apparizione dell’idea d’evoluzione, fluttuano in uno stato estremo di reciproca sensibilizzazione l’amore di Dio e la fede nel Mondo: la due componenti essenziali essenziali dell’Ultraumano.
    Le due componenti sono dovunque “nell’aria”, ma in genere non abbastanza forti, “tutte due insieme” per combinarsi l’una con l’altra,  “in uno stesso individuo”.  In me, per puro caso (temperamento,educazione,ambiente…)  la proporzione dell’una e dell’altra trovantesi favorevole, la fusione si è operata spontaneamente, - troppo debole ancora per propagarsi esplosivamente – eppure sufficiente per accertare che la reazione è possibile e che, “un giorno o l’altro, la catena si stabilirà.
    Prova nuova che basta,  per la Verità, apparire una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa mai più impedirle d’invadere tutto e d’incendiare tutto-

    Pierre Teilhard de Chardin s.j.
    New York, marzo 1955
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