giovedì 3 gennaio 2013

  
Un modello teilhardiano di analisi e di sintesi


Annette DAVERIO


E’ ben risaputo che Teilhard è l’uomo della sintesi, una parola che caratterizza  l’intero processo del suo pensiero.  Ma una sintesi è valida solo se, ancora prima, gli elementi che la compongono sono il frutto di un’accurata analisi del problema preso in esame.  Teilhard, scienziato rigoroso, lo sapiù+ e meglio di molti altri.  Ma una sua originalità sta nell’aver messo a punto, a partire dalla paleontologia, un metodo generale di analisi e di sintesi applicabile ad ogni sorta di problema umano.
L’essenzialepuò essere espresso in questo modo.  Quando vuole conoscere il vero significato ed il valore assoluto dfi un qualsiasi fenomeno, Teilhard lo esamina quale si presente nella prospettiva dell’evoluzione generalizzata.  Ne ricostruisce a grandi tratti la storia  “naturale” con la determinazione di alcuni punti salienti nel mondo vivente e persino previvente.
Ne traccia allora la curva per il settore chiaro della cosmo genesi, poi la estrapola verso il futuro, sicuro di scoprire in questo modo la direzione generale da seguire per  risolverlo. Situarsi per poter dirigersi.
Ovviamente riconosciamo in questo schema l’ossatura stessa del “Fenomeno umano”.  Ma Teilhard applica lo stesso metodo a molti problemi più particolari: all’arte, all’amore, alla morte, alla socializzazione, ecc…  A titolo di esempio concreto, percorreremo qui il problema dell’educazione quale Teilhard lo ha affrontato in un saggio del 1938, dal titolo “Eredità sociale e progresso”, (in 2L’Avvenire dell’Uomo, Il saggiatore, Milano 1972), e anche in diversi altri scritti tra i quali “La formazione della Noosfera”, nel medesimo volume.
L’educazione è forse cosa unicamente umana?” si chiede Teilhard. No, basta guardarci  attorno per trovarla nel mondo animale.
“In questo  caso, come in tutti gli altri, l’”umano” è possibile solo se contiene…una proprietà comune i cui abbozzi si riconoscono e si perdono nel passato che sta alle nostre spalle”.
Ma costatiamo anche come, discendendo la scala degli esseri,diminuisce la funzione dell’educazione.  Tuttavia qualche cosa insegna agli animali comportamenti del loro phylum, una cosa che diminuisce gradualmente fino alla scimmia.  Si tratta dell’eredità cromosomica.  Chi è solo biologo non prende in considerazione che questa forma di eredità.  Ma Teilhard, abituato a considerare l’Universo come un tutto, scopre che si tratta di un unico processo che si svolge da un capo all’altro della catena: eredità cromosomica ed educazione sono due forme dell’additività biologica che si danno il cambio.  Di qui la proposizione originale: l’educazione è una forma dell’eredità e le due eredità (cromosomica ed educativa) rappresentano le due fasi successive di un medesimo processo biologico, quello dell’additività, grazie alla quale:
“ la vita si propaga aggiungendo continuamente a se stessi ciò che acquisisce successivamente, come una memoria… Qualche cosa passa, qualche cosa cresce attraverso la lunga catena dei viventi.”
E questa additività non è un processo disordinato: segue anzi una direzione ben determinata, è un’additività orientata  verso la sempre maggiore coscienza che accompagna una sempre maggior complessità organica.
Si  potrebbe anche scendere fino al mondo previvente i giungere alla conclusione che sin dalle origini, la “stoffa dell’Universo” riceve una curvatura, vale a dire è “informata”.  Facendo rientrare nella categoria “informazione” tutte quelle che abbiamo percorso in discesa, possiamo ora risalire la curva e vedere dove ci porta.
Nel mondo previvente, una informazione imposta dall’esterno, alla quale la materia obbedisce passivamente.  Con la soglia della Vita, l’informazione si “vitalizza”, diventa dapprima eredità cromosomica poi, via via, eredità di educazione.  Con la soglia del Pensiero, i rapporti si capovolgono; l’eredità cromosomica, senza sparire, passa in secondo piano e l’educazione si “ominizza”.
Cosa concludere per il futuro?  In primo luogo,  che l’educazione anziché essere trascurata, dovrà essere sempre più impegnativa per tutti, costituire cioè attorno al figlio una nuova matrice.  In secondo luogo, che deve trattare l’individuo secondo la legge del suo phylum.  Qual è?  E’ quella della personalizzazione e della socializzazione, sviluppare in ciascuno la sua vera personalità ed integrarla nel vasto complesso ultraumano per il quela è fatto e con il quale deve compiersi nel Cristo Omega.


Annette DAVERIO
Relazione presentata al Convegno : Teilhard de Chardin :Matreria, Evoluzione, Speranza  tenutosi a Firenze nel 1981

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