martedì 30 ottobre 2012

        L'eredità di P. Teilhard de Chardin

                                    Jean-Michele Maldame 
                 Institute Catholique de Toulouse, France
 
 Teilhard de Chardin ha rivestito un ruolo di grande importanza nella coscienza cristiana della metà del ventesimo secolo. Come è noto, egli non potè però svolgerlo all'interno di istituzioni ove, grazie alle sue competenze,.avrebbe avuto il diritto di sedere,, cosa che gli avrebbe permesso di esercitare una certa autorità di pensiero anche all'interno della Chiesa. La diffusione frammentaria e contrastata delle sue opere ha fatto di questo autore una figura per molti problematica, ed una fonte di vive discussioni. A distanza di mezzo secolo dalla sua morte, la sua opera appare oggi in una luce più serena. Senza essere per questo "teilhardiani" (cioè senza far parte dei suoi discepoli incondizionati), è oggi possibile fare un elogio dello scienziato francese, .elencando qui brevemente sette punti dai quali emergeranno i tratti caratteristici, assieme anche ai limiti, della sua opera geniale.
1.        L'opera di Teilhard de Chardin ha voluto rispondere ad unadelle più grandi angosce del suo tempo, proveniente proprio dallacultura scientifica. I principi della termodinamica avevano mostratol'ineluttabile sviluppo dell'entropia nel tempo con il conseguentelivellamento dì tutte le cose verso un futuro cosmico indifferenziato.SI   tratta   di   una   visione   generatrice   di   pessimismo,   che   puòannoverarsi fra le cause del cinismo e del nichilismo caratteristicidella post-modernità. Teilhard de Chardin ha superato questa prova
rilevando come l'evoluzione cosmica mostri anche, nonostante tutto,
un "muoversi verso" che ha condotto lo sviluppo del cosmo verso ilmondo dello spirito (designato dal neologismo "noosfèra"), e come,una   volta   superata   la   soglia . rappresentata   dall'ominizzazione,l'avvento della coscienza sia stato e resti irreversibile. Anche se iprodotti della materia e le forme primarie di vita spariscono, l'operadello spirito rimane. Così la comparsa dell'uomo diviene il momentodecisivo dell'avventura della vita. Questo è il messaggio di speranzache ha motivato la sua ricerca e organizzato il suo pensiero. Bisognasottolineare, a proposito di questo punto, che questa visione ricca disperanza la si può ritrovare, pienamente confermata, nel ConcilioVaticano II.
2.        Per mettere in pratica un tale progetto, Teilhard de Chardin haelaborato una filosofia della natura di stile aristotelico, in certarottura con la visione statica propria, dell'età arcaica. Anche sel'opera scientifica di Teilhard de Chardin può risultare datata, la suaintuizione di fondo trova ancor oggi un'applicazione esemplare sia ingeologia, che in geografia e in paleontologia. Questa filosofia dellanatura non è stata invalidata. In particolare "la legge di complessitàcrescente" resta una chiave per comprendere la natura dei viventi,considerati come degli organismi strutturati per essere autonomi eper perdurare nell'essere. Tale filosofia della natura non ignora irisultati   della- scienza   e  in   particolare   la   visione, evolutiva  delconcatenamento delle specie in uno stesso albero filogenetico, nelquale cui l'uomo occupa un posto decisivo.
3. La visione della natura- di Teilhard de Chardin è, senza dubbio,profondamente cristiana perché egli l'ha fondata su quei testi del
Nuovo Testamento di respiro e dimensione cosmici. D'altra parte
Teilhard. si basa sui testi in cui San Paolo riconosce la dimensione universale della redenzione (cfr. Rm 2,22-23), ma soprattutto sul passo della lettera ai Colossesi in cui è scritto che il Figlio di Dio è colui per mezzo del quale, e in vista del quale, tutte le cose sono state create Coi 1,15-18)^ Quindi Teilhard riprende it testo'del' vangelo di Giovanni in cui Cristo dice: «Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» ( Gv 12,32). In questa frase, la parola "tutto" può essere .estesa oltre la sola umanità. II Cristo .è colui che attrae a sé tutta la creazione, guidandone il movimento verso il suo compimento. Se Teilhard è stato rimproverato di cadere nel difetto del concordismo e, rimprovero più pertinente, di disconoscere il carattere tragico del male, è al tempo stesso evidente che la sua visione ha avuto il merito di restituire a Cristo il posto centrale che gli spetta in un orizzonte cosmico derivante anche dalle scienze. Questa lezione è stata accolta dalla Chiesa che, alla fine dell'anno liturgico celebra la solennità Gesù, Re dell'universo.
4.  Per sviluppare questa grandiosa visione, che si snoda tra i testibiblici e i risultati scientifici, Teilhard de Chardin ha utilizzato unlinguaggio   nuovo,   ricorrendo   a   neologismi.   Spesso   ha   volutocollocarsi sul piano della metafora per liberarsi della visione statica,allora dominante nella filosofia della natura, di un certo spiritualismo
che disprezzava i beni terreni e il mondo materiale, e di una teologia
rinchiusa in un linguaggio scolastico.
Questa sua scelta ha incontrato difficoltà ad essere ben compresa sia da quei teologi formati nello spirito di una metafisica classica, sia dagli autori specificamente materialisti. Sia gli uni che gli altri hanno denunciato la sua mancanza di rigore, nata dall'esigenza di voler creare qualcosa di nuovo. Il Padre Hehri de Lubac ha saputo mostrare la perfetta ortodossia del pensiero del suo confratello gesuita, che assumeva il rischio di usare un linguaggio nuovo.
   5. Il ruolo di Teilhard de Chardin non può essere riduttivamentevisto solo in rapporto al dialogo tra le scienze della natura e lateologia dogmatica. Egli resta un maestro spirituale. Infatti, dandoalla persona umana il posto centrale nella storia del cammino dellavita verso lo spirito e collocando l'amore come motore essenzialedella marcia del cosmo "in avanti", Teilhard de Chardin ha saputorendere onore alla tradizione cristiana in cui il concetto di persona
gioca un ruolo essenziale. Così la sua opera si è ricongiunta con i
temi fondamentali della vita spirituale. Il suo trattato, pensandocibene, va letto come uno dei grandi testi.di teologia spirituale delventesimo secolo e ne mantiene sempre l'attualità. Il suo pensierocontinua ad aiutare coloro che vogliono raggiungere Dio con tutta laricchezza   della   propria   umanità   e  nella  veridicità   della   propriacondizione, caratterizzata dalla precarietà e dal peso che la vita recacon sé. È grazie a questa dimensione spirituale che Teilhard deChardin ha compiuto la sua missione di gesuita, maestro spirituale,
purificato nel crogiolo della sofferenza. Le sue note sulla preghiera,
sull'amore e sull'irradiamento del Cristo, sono sempre una fonte dinutrimento spirituale per molti fedeli, desiderosi di inserire la lorosperanza verso il futuro, nella realtà della loro vita.
6.Se alla metà del ventesimo secolo, Teilhard de Chardin ha datoa molti cristiani, segnati dalla cultura scientifica, uno spazio percollegare la propria visione scientifica con la fede cristiana, il ruolodel suo pensiero sembra essere cambiato, a distanza di 50 anni. E lo
è perché vi sono stati mutamenti nella sensibilità religiosa. Nei Paesi
più sviluppati, assieme ai processi di secolarizzazione, assistiamoall'emergenza di una spiritualità che mescola senza discernimento le
diverse   tradizioni   spirituali   d'Oriente   e   d'Occidente.   A   motivo
dell'impiego che egli fa di concetti come energia, coscienza, amore,che gli permettono di. unificare la sua visione del mondo, il pensierodi Teilhard viene oggi richiamato da quelle correnti che si rifanno alNew Age . Nonostante ciò, bisogna constatare che il suo senso della persona umana e della singolarità del Cristo permettono a molti dì tornare al Vangelo e di riallacciarsi ad una vita di preghiera indirizzata ad un Dio trascendente, santo e vivo.
L'irradiamento della sua opera prende così una nuova strada che è molto utile nel contesto della mondializzazione. I suoi propositi sulla "noosfera" danno a coloro che gioiscono della mescolanza di culture e popoli, degli elementi per vedervi la realizzazione di quella umanità fraterna-di cui i! Vangelo ci ha mostrato tutta l'esigenza.
7. Infine, sul piano dell'interazione tra scienza e fede, Pierre Teiihard de Chardin resta una figura esemplare. Un certo numero di punti del suo pensiero, è vero, restano in questione e necessitano importanti chiarimenti anche di natura teologica. Se Teiihard non ha potuto conoscere gli sviluppi della scienza della seconda metà del ventesimo secolo, i suoi punti di vista non sono stati contraddetti. Un punto, però, si distacca dalla visione scientifica oggi dominante: Teiihard non ha acconsentito alla teoria "sintetica" dell'evoluzione, nejla quale le mutazioni casuali continuano ad avere un ruolo determinante, perché egli teneva di più all'ortogenesi. Questo termine indica la presenza di una finalità nell'evoluzione, iscritta nel movimento della vita in tensione verso una realizzazione più alta. Qui c'è un punto decisivo di conflitto tra una visione riduttiva della natura e la visione cristiana legata alla nozione di Provvidenza. Su questo punto Teiihard, che non può essere sospettato di disprezzo di fronte alla scienza, è ripreso dai suoi discepoli che intendono opporsi al razionalismo e al positivismo.. Egli ricorda a tutti le esigenze di una visione cristiana della creazione, nella quale l'uomo occupa un posto unico ed in cui tutto è orientato verso il Cristo.
(n.d.r.)....Segue una breve nota biografica di Teilhard che tralasciamo.
  . 

© 2005 Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede


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