mercoledì 24 ottobre 2012

  TEILHARD DE CHARDIN VIVE!

Malgrado l’accanimento che ancora aleggia su Pierre Teilhard de Chardin in tanti ambienti cattolici notevoli fiammelle si continuano ad accendere in giro per il mondo a testimonianza di quanto diceva il Padre Gesuita: la fiamma non è mai spenta!
Nel piccolo cimitero gesuita di Poughkeepsie, a pochi chilometri da New York il silenzio è sceso da molto tempo su tutte le tombe.
Solo su quella di Pierre Teilhard de Chardin, gesuita, l’ombra della morte si è rifiutata di posarsi  per sempre sopra la lapide di colui che Etienne Borne, sul quotidiano Le Monde, lo esaltava definendolo il genio del sapere positivo e che dell’esperienza profetica aveva fatto una  indivisibile grandezza.


Teilhard, nella sua vita è stato un grande della scienza, della teologia; è immensa era la sua appartenenza alla  Chiesa. A modo suo è stato un grande profeta e un grande mistico;  Ma questa sua grandezza in tutti i campi non gli ha proibito l’umiltà verso la Chiesa, verso i suoi fratelli credenti e non credenti.  Egli andava ripetendo che la sua sola ambizione era quella di essere gettato nelle fondamenta di ciò che può crescere.
Teilhard si era considerato come un umile risonatore, riflettente una vera vibrazione, una certa nota umana e religiosa che è ovunque nell’aria attualmente e nella quale le genti si sono riconosciute e ritrovate.
Dal momento in cui la nuda pietra, che  ha coperto la tomba del gesuita in quel povero cimitero d’America è  diventata una pietra di contraddizione; Per molti credenti e non credenti da quella tomba si sprigiona un messaggio universale, che come ha scritto il poeta Leopold  Sèdar Senghor, è  in grado di “costruire la Terra”.
Altri pensano che da quella tomba proviene un massaggio capace di scalzare le fondamenta di un edificio pazientemente costruito in duemila anni di cristianesimo.
In un modo o nell’altro Teilhard è presente ancora oggi nella cultura moderna, nel dibattito sulla direzione dell’evoluzione, nella ricerca di una via per il  futuro dell’umanità.
In Estremo Oriente Teilhard è riconosciuto  e venerato come un maestro che ha insegnato la scienza della natura e l’arte di sondare il suolo alla ricerca del più piccolo indizio sulla evoluzione dell’uomo.
In Occidente l’attenzione è più rivolta alla sua opera religiosa e mistica.. Malgrado  ancora oggi sia vilipeso,, contestato, processato dalla autorità ecclesuastica, Teilhard ha ricevuto e continua a ricevere l’omaggio dei migliori spiriti di questo secolo per la sua rigorosa intelligenza e per l’audace spiritualità.
Ancora oggi lo spirito di Teilhard  riaffiora non più come provocazione ma ispiratore nei campi più disparati: nella letteratura, nel cinema,  nella musica sinfonica e leggera ( ricordo la canzone di Dalidà dedicata al padre gesuita e una grande band rock che ha preso il nome di Noosfera)
Bibliografie, saggi , studi, tesi di laurea  continuano ad apparire nella rete internet: segno che Teilhard è ancora oggi un valido pensatore in grado di indirizzare la coscienza di ognuno di noi,
Qualche tempo prima di morire Teilhard  scriveva: “Signore, poiché con ogni mia facoltà e in tutte le occasioni della mia vita non ho mai cessato ci cercarTi e situarTi nel cuore della Materia universale, è nell’incanto di una universale trasparenza e di una universale incandescenza che mi piacerebbe chiudere gli occhi”.
Il 10 aprile del 1955, il giorno di Pasqua,  su New York,  città cosmopolita più famosa del mondo,  splendeva un sole incredibilmente bello e luminoso.

Giovanni Fois
Centro di Documentazione Teilhard de Chardin sul futuro dell’Uomo - Roma

 


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