sabato 27 ottobre 2012

Il  “Gentiluomo  di Dio”: Pierre Teilhard de Chardin


10 Aprile 1955. Nell’isolamento più totale moriva a New York Pierre Teilhard de Chardin, sacerdote, scienziato, filosofo, teologo, mistico, appartenente alla Compagnia di Gesù.
Figlio della Terra e figlio del Cielo aveva chiesto, un mese prima a quel Cristo che aveva  cercato, amato e testimoniato per tutta la vita  di morire il giorno della Resurrezione. Nessuno si sarebbe immaginato che quel giorno, il 10 aprile 1955 era il giorno di Pasqua della Resurrezione.
Il suo Cristo tanto amato lo aveva chiamato a se proprio  il giorno voluto.
Ma se il Signore lo ha riempito di gloria così non ha fatto la sua Chiesa e la sua Compagnia che gli hanno fatto passare tribolazioni fisiche e psicologiche che lo hanno portato ad una angosciosa e terribile solitudine. Situazione che avrebbe abbattuto qualunque essere umano: ma lui aveva la Fede, quella che manca oggi a molta parte dei rappresentanti ecclesiastici e a tanti cristiani.
Solitudine che si manifestò  anche al suo funerale, Pochissime persona presenti, durante la funzione religiosa, tono della Messa dimesso, nessuno cantò il “Libera me domine” e “” in paradisum deducan te angeli” e le poche preghiere vengono sussurrate in sottovoce, quasi a scusarsi  e a chiedere perdono, ad uno dei massimi Uomini che hanno influenzato la cultura laica e religiosa del XX secolo per come era  stato trattato..
Oggi si parla tanto di Teilhard  ma in modo totalmente sbagliato.
Ci sono tanti scrittori, sacerdoti, intellettuali che parlano del gesuita citando solo alcuni passi del suo pensiero al solo scopo di avvalorare le loro tesi.
Ci sono poi  le Associazioni Teielhardiane che in tutta europa continuano a parlare si, di Teilhard, ma tenendo un profilo basso come a voler obbedire pedissequamente al volere della Chiesa ufficiale: Teilhard deve rimanere nell’oblio.

C’è poi chi si dedica all’approfondimento delle idee teilhardiano aprendo nuove strade di riflessione, così come Teilhard voleva:  sarò capito solo quando sarò superato.
Ed ecco allora che in tanti, in America Latina, negli USA, in Spagna e addirittura nelle ex repubbliche sovietiche, si avventurano lungo le strade che Teilhard, nelle sue molteplici opere ha indicato. Solo quelli che sanno vedere e comprendere hanno imboccato le strade nuove della ricerca per lo sviluppo dell’Uomo.
Così nascono gruppi di studio che riflettono sul   concetto di educazione e del suo sviluppo nella società, sulla crescita della noosfera, sulla coscientizzazione, sulla mondializzazione del genere umano, sui progetti dell’ecologia terrestre e umana e tanto altro senza fermarsi a perdere tempo andando alla ricerca  di confronti  che lasciano il tempo che trovano: come l’interesse che l’Associazione Teilhard Italia mostra per la religione Baha’i.
Teilhard non ha nulla a che vedere con questi discorsi da intellettuali.; Lui è per andare in Alto e in Avanti.
Il giorno in cui si comprenderà la sua grandezza e si andrà a riesumare i resti forse sarà troppo tardi, non si troverà più niente per colpa di tanti sepolcri imbiancati.
E purtroppo sarà un’ulteriore prova della profezia di Teilhard che aspirava profondamente, come naturalista e credente a immergersi, fino a scomparirvi,  in quella “santa terra” da cui era, come tante altre monadi viventi esclusivamente immerso, secondo un misterioso e mirabile disegno divino..
E la Chiesa e i cristiani continuano a non capire…
G.F.




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