mercoledì 31 ottobre 2012

Scienza e Fede

 Ho ritrovato tra i miei appunti una pagina tratta dal volume: AA.VV. Scienza e Fede, Morcelliana, Brescia, 1965.
Questa pagina  riproduceva  un documento firmato da un gruppo di ricercatori e professori dell' Accademia  Francese di Scienze presieduta allora dal Prof. Villart in cui appare il nome di Pierre Teilhard de Chardin.  Il documento dovrebbe essere datato fine 1947 e rappresenta una Dichiarazione programmarica su Scienza e Fede.
E' un documento interessante, forse uno dei pochi che vede protagonista anche Teilhard dopo la proibizione di scrivere e partecipare a manifestazioni pubbliche ( attenzione, qui non parliamo del Monitum che è arrivato dopo la morte di Teilhard)  E' noto che all'inizio degli anni '50 Teilhard ebbe il permesso di rientrare in Europa per alcuni mesi.  Ma la voglia di parlare, di scrivere fece si che gli venne espressamente chiesto di ritornarsene negli Stati Uniti. Ed erano passati solo pochi giorni:   E molto probabilemte la firma è stata appoosta durante  questo ultimo viaggio di Teilhard in Europa.  Purtrooppo non ho altri elementi che possano collocare questo documento in una data certa. Ma val la pena leggerlo soprattutto oggi che il dibattito Scienza e fede ha avuto un revival di interesse.
 Ecco il testo:
" La Scienza è una delle più belle tra le attività che si propongono all'uomo.  Conioscere sempre di più, manifestare la potenza dell'intelligenza attraverso la conquista sempre più estesa delle forze della natura sono questi i compiti principali dell'umanità.
La gioia di scoprire, la possibilità di trasformare il  mondo sono  le più belle ricompense dello sforzo di ricerca.  Sono inoltre legami di cui lo spirito unano può, a giusto titolo, gioirsi.  Siamo fieri di partecipare a questa grande opera perseguita  nella  formazione di generazioni di uomini di tutti i paesi, di tutte le origini, riuniti in una magnifica comunità di aspirazioni verso una più grande Verità.
Siamo sicuri che, nonostante la sua grandezza la scienza non può e non potrà mai risolvere tutti i problemi.  Il significato ultimo dell'uniuverso e dell'esistenza umana le sfugge.  Siamo parimenti sicuri che l'orientamento del camminio dell'umanità verso il Bene o il Male richiede un orientamento religioso che oltrepassa il piano scientifico.
Pensiamo inoltre che nella ricerca delle verità scientifiche e nei risultati che essa ci offre  nulla è in opposizione con una concerzione cristiana del mondo.  La nostra conoscenza della scienza del resto, ci permette di affermare con maggiore profondità certi aspetti dei problemi religiosi.
La scienza, nel darci una visione sempre più ampia dell'universo ci obbliga ad una comprensione sempre più profonda del mistero cristiano.
La vera vocazione dello scienziato cristiano è di edificare questa armonia da cui, ci sembra, dipende l'avveire spirituale dell'umanità "
 
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