sabato 10 novembre 2012

Il Cristo nella sua funzione della storia cosmica, secondo il pensiero di p. Teilhard de Chardin

                                        Don Ciro Paino



Uno dei pensatori più profondi e più dibattuti del tempo moderno è senz'altro il P. Teilhard de Chardin. Egli partendo da un dato di fatto: la ricerca scientifica, ha voluto realizzare mia sintesi tra la scienza e la fede, tra Dio e  l'Universo.
Il fulcro principale del suo pensiero possono essere considerate queste parole: “Ci deve pur essere un punto di vista dal quale il Cristo e la Terra appaiono situati in tal modo, l’Uno in rapporto all’Altra, che io non potrei possedere l'Uno se non abbracciando l’Altra, comunicare con l'Uno se non fondendomi con l'Altra, essere cristiano se non essendo disperatamente umano".(Recherche, travail et adoration 1955.P.4).


Con la sua anima di scienziato e di mistico il P. Teilhard de Chardin si è lanciato in una avventura formidabile, difatti dice: "Cristificare la Materia... Tutta l'avventura della mia esistenza intima..Una grande e splendida avventura".
La spiegazione di ciò la si trova in quella profonda tensione tra cultura moderna e il cristianesimo, che ha attanagliato l'animo del P. Teilhard de Chardin.
Ha sentito l'ammirazione per le creazioni della scienza e della tecnica e gli ideali del Vangelo, ha avuto il culto del progresso e la passione ardente dell'amore di Dio. Questa forma passionale delle sue ricerche, che denota senz'altro una sua esperienza personale, lo porta ad un succedersi piuttosto disordinato dei suoi scritti.
Ciò si manifesta soprattutto nella terminologia, che si allontana di molto dal linguaggio tecnico delle dissertazioni teologiche e filosofiche. Egli presenta spesso le proprie riflessioni religiose con termini e concetti presi dalle scienze, ciò da unù lato comporta pericoli, ma offre anche innegabili vantaggi. Il  linguaggio teologico è divenuto difficile per l'uomo moderno, se non addirittura incomprensibile: la maggior parte delle sue formule e dei suoi termini si sono sviluppati sotto l'influsso di una filosofia con la quale pochissimi – se non nell’ambiente dei teologi cattolici - hanno ancora familiarità. Indubbiamente la conservazione di tale terminologia offre molti vantaggi, ma comporta anche l'inconveniente di rendere estremamente difficile per l'uomo moderno l’accesso al pensiero teologico. Il problema teologico sul quale P. Teilhard de Chardin ha concentrato tutta la sua attenzione e di cui si è occupato per tutta la vita e il problema del Cristo, della sua posizione e della sua funzione nell’insieme della storia cosmica.
Il problema non è nuovo, è stato già dibattuto dai teologi dei secoli passati. L'originalità di Teilhard  de  Chardin sta appunto nell'avere impostato in modo nuovo l’antico  problema. Per ben capire la concezione teilhardiana bisogna ricordare brevemente la soluzione data precedentemente al problema.
Nei riguardi dell’Incarnazione del  Figlio di Dio nel Medio Evo erano  sorte due concezioni diverse, l’una detta tomista e l’altra scotista. Secondo S.Tommaso l’Incarnazione è in relazione alla Redenzione, se l'uomo non avesse peccato, il Figlio di Dio non si sarebbe Incarnato. Per stabilire l'ordine sconvolto dal peccato, il Figlio di Dio si à fatto uomo per riportare l'umanità al suo ultimo fine.
Secondo Duns Scoto e la tesi dei francescani, Cristo è considerato il coronamento non solo dell'ordine soprannaturale, ma anche del l'ordine naturale.
Anche se l'uomo non avesse peccato il Verbo si sarebbe Incarnato. La creazione è la perfezione di Dio che si manifesta “ad Extra" e il coronamento di questa perfezione è dunque l'Incarnazione. Secondo questa concezione il Cristo è l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine di tutte le cose. Il mondo nella sua struttura, nella sua esistenza stessa è rivolto verso il Cristo.
Tutte e due le concezioni hanno diritto di esistere in seno alla teologia cattolica, nessuna delle due può essere considerata eretica; ma la concezione cristologica di Teilhard  de Chardin si avvicina molto a quella francescana. Secondo lo scienziato il mondo è costantemente in evoluzione, v’è un punto che domina tutta la evoluzione cosmica, ne costituisce il fine e il coronamento. Da questo punto s'irradia il Cristo che adoriamo.
Teilhard  de Chardin per dimostrare ciò si fonda sulle testimonianze della S. Scrittura.
Cristo è legato organicamente al mondo; tutto è stato creato per Lui come afferma S. Paolo: ”In Lui è stato creato tutto l’Universo" (Col.I, 16). Il mondo nel suo costante evolversi tende all'unità per mezzo del Cristo. E' ancora S.Paolo che parla: "Tutto è unificato in Lui”.(Col. I,17)
Cristo costituisce veramente il senso della storia. Tutta la evoluzione del mondo è orientata verso Cristo. "Tutto il mondo inferiore è ordinato all’Uomo, ma l'uomo è ordinato al Cristo e il Cristo a Dio". Così la parola di S. Paolo nella I Cor. III, 23.
Nella teoria teilhardiana trova un posto importantissimo la idea della seconda venuta di Gesù sulla terra. Perché il Cristo apparisse una prima volta sulla terra era evidentemente necessario che il tipo umano si trovasse anatomicamente formato secondo il processo generale dell'evoluzione e si trovasse socialmente a un certo grado di coscienza collettiva. Per la seconda e ultima venuta dì Gesù sulla terra perché non supporre che Egli aspetti che la Collettività umana abbia acquisito un certo completamento soprannaturale proprio perché già completata pienamente nelle sue possibilità naturali? Dunque tutto è in relazione a Cristo, e, nel mondo, tutto ciò che di vero e di buono esiste ci porta verso Cristo. Nel mondo però esiste anche il male e, secondo Teilhard  de Chardin, il male fisico è una conseguenza diretta dell’evoluzione del mondo. Il mondo è in continuo cammino verso la perfezione e questo cammino si svolge a tentoni attraverso prove ed errori. Tra gli esseri del mondo c'è pure l'uomo, dotato di coscienza riflessa e di libertà, e poiché anche l'uomo è un essere imperfetto ne viene di conseguenza l’esistenza del male morale: il peccato. Dal momento che il male occupa gran parte del mondo, c'è bisogno quindi della Redenzione di Cristo.
Essendo il Verbo Incarnato la sorgente dell'energia del mondo in cammino sempre verso il più perfetto, c’è facile identificare quest’energia con l'amore.
L'amore procede per gradi. Una reciproca inclinazione ha unito gli atomi tra loro e si sono avute cosi le molecole. Questo accade perché l'amore prima è inclinazione, poi diviene simpatia infine desiderio efficace del bene.
Un’inclinazione reciproca ancora più forte ha unito le cellule e sono sorti i diversi organismi.
Quando l’inclinazione è divenuta simpatia tra esseri viventi sono nate varie forme di comunità, prime fra tutte la famiglia. Quest’amore poi divenuto soprannaturale vivifica una forma di comunità che è un super-organismo sociale: la Chiesa. Nella Chiesa si realizza la grande intuizione cristiana: il Corpo Mistico dì Cristo che riceve forza dalla sorgente stessa dell’amore che è il Cuore di Gesù, che nell'ultima Cena pregò: “UT UNUM SINT”
da: IN CONTROLUCE, periodico giovanile dell'Azione Cattolica n. 7, settembre 1965

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