lunedì 12 novembre 2012

Rovistando tra i libri

TEILHARD DE CHARDIN PIERRE. 
.                   A. Marranzini (*)

I. Vita e opere. Nasce a Sacernat (Auvergne) nel 1881. Entra nella Compagnia di Gesù nel 1899, ove segue gli studi di filosofia e di teologia. Ordinato sacerdote nel 1911, insegna geologia e paleontologia all'Istituto cattolico di Parigi dal 1920 al 1923. Fino al 1946 soggiorna a lungo in Oriente, anche se trascorre diversi periodi di studio negli Stati Uniti e in Somalia. Nel 1923 scopre la civiltà paleolitica degli Ordos, poi partecipa in Cina, nel 1926, alle ricerche che conducono alla scoperta del sinantropo. Rimpatriato nel 1946, torna di nuovo negli Stati Uniti per essere incaricato di diverse spedizioni antropologiche nell'Africa settentrionale. Rimosso dall'insegnamento per le sue idee avanzate, muore a New York nella Pasqua dell'aprile del 1955. La sua produzione letteraria, molto vasta, è stata conosciuta quasi tutta dopo la sua morte. I suoi scritti in ordine di composizione sono: Le milieu divin (1926‑1927), Le phénomène humain (1938‑1940, 1947‑1948), Le groupe zoologique humain (1949). L'edizione delle Oeuvres, a cura di C. Cuénot, comprende finora, oltre le tre citate (Paris 1955: Phénomène, 1957: Le milieu divin, 1963: La place de l'homme dans la nature. Le groupe...), le seguenti raccolte di scritti: L'apparition de l'homme, 1959; L'énergie humaine, 1962; L'activation de l'énergie, 1963; Science et Christ, 1965; Hymne de l'univers, 1961; Ecrits du temps de la guerre (1916‑1919), 1965; Lettres de voyage (1923‑1936) e Nouvelles lettres de voyage (1939‑1955), 1956‑1957 (ried. in un vol., 1961; Genèse d'une pensée (Lettres 1914‑1919), 1961; Lettres à Léontine Zanta (1923‑1939), 1965; Lettres d'Hastings et de Paris (1908‑1914), 1966; Lettres d'Egypte (1903‑1908), 1963; la corrispondenza con Blondel e Accomplir l'homme: antologia di lettere inedite a due amiche non cristiane [1926‑1952], 1968.
II. Insegnamento mistico. Nel suo volume Il fenomeno umano e in altri scritti, T. ha messo in evidenza una visione e un significato cristocentrico della realtà cosmica:  Cristo, alfa e omega, illumina l'inizio e la fine dell'universo e dell'umanità verso i cieli nuovi e la terra nuova. Nell'Ambiente mistico e soprattutto nell'Ambiente divino addita in Cristo il valore della vita quotidiana dell'uomo, con il suo agire creativo individuale e sociale, le sue angosce, lotte, dolori e la stessa morte. In ogni istante « se avremo svolto in tutti i campi la nostra più ingegnosa operosità, Iddio si comunicherà a noi nella sua pienezza ».
Testo ispiratore di tale concezione è quello di  Paolo: « Il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio » (1 Cor 3,22‑23). Per T., come per Paolo, l'unione del credente con Cristo è tanto intensa e intima da superare qualsiasi altra unione fisica o sociale, cui la nostra mente può far riferimento per cercare di capirla. Grazie all'Incarnazione, Cristo è il « Centro attivo », il « Legame vivente », l'« Anima organizzatrice del tutto ». Egli assomma nel suo  Corpo mistico tutto il valore di chi vive, opera e soffre in unione con lui. Si tratta della prospettiva mistica « di uno stato d'unione di chi vive nel Corpo mistico di Cristo ».
Nella serie immensa delle influenze cosmiche, di cui è ricettore e costruttore insieme, l'uomo riassume in sé l'universo innanzitutto con il suo essere, frutto e sintesi di creazione divina e di lunga evoluzione; poi con la conoscenza sensibile e spirituale che acquisisce dell'universo; e infine, con la  volontà, la dedizione e l'amore orientati a sviluppare e a perfezionare se stessi e ogni cosa in Cristo. Cosmologia, antropologia e cristologia dinamica vengono per libero volere di Dio collegate con l'Incarnazione del Verbo, che si attualizza nella visibilità della storia mediante la  Chiesa, Corpo mistico. « In ogni singolo uomo Dio ama e salva parzialmente il mondo intero che quell'uomo riassume in sé in maniera particolare e incomunicabile ». Perciò, qualunque cosa facciamo sotto l'impulso di Cristo, riportiamo a Dio un frammento del mondo, perché tutto sia in lui compiuto.
Si verifica, così, nella storia un movimento di discesa del Verbo incarnato nell'universo per diventarne il centro di unificazione e insieme di ritorno al  Padre. L'uomo, al quale in un primo stadio ogni realtà creata è orientata, viene a sua volta in qualche modo assunto nel « Verbo fattosi carne » (cf Gv 1,14), perché tutto gradualmente ritorni con lui al Padre alla fine dei tempi.
Esprimendo con linguaggio nuovo, perciò qualche volta equivocato da chi fosse abituato ad una terminologia standardizzata da secoli, ma ora per i più incomprensibile, T., in base ai dati di fede della creazione, dell'Incarnazione e del Corpo mistico, parla dell'esito di tutto da Dio e del suo ritorno a lui mediante l'uomo e Cristo. Perciò l'uomo con l'aiuto della  grazia perfeziona se stesso e l'universo per farne in Cristo un'offerta al Padre e preparare la Gerusalemme celeste. Quanta più perfezione avremo conferito all'universo e quanti più valori morali avremo raccolti in noi stessi e, di conseguenza, nel Corpo mistico di Cristo, tanto più la nostra offerta sarà ricca e destinata a conservare un valore eterno.
T. cerca di evitare ogni dualismo separatore tra naturale e soprannaturale, pur soddisfacendo in pieno le esigenze della fede per quanto riguarda la distinzione del naturale dal soprannaturale, e la gratuità di quest'ultimo. Tale mistica dell'Incarnazione, intesa come partecipazione alla pienezza del mistero di Cristo e comunione di amore con Dio e con i fratelli, fa sì che la storia del  mondo e della Chiesa venga a intrecciarsi in modo indissolubile con quella di Cristo, del singolo individuo e dell'intera società. Chiamato da Dio a un dialogo personale, che lo rende partecipe in maniera analoga e creata della stessa vita trinitaria, l'uomo muore spiritualmente con Cristo per risorgere immediatamente in lui alla vita della grazia. Resta, però, in attesa di assimilarsi totalmente a Cristo nell'annientamento della morte che, mentre raggiunge l'abbandono totale cui sfugge ogni appoggio umano e terrestre, segna anche l'inizio della glorificazione con Cristo prima nella  visione beatifica, poi nella risurrezione finale, quando anche il mondo fisico non gemerà più nell'attesa, ma sarà per sempre rinnovato (cf Rm 8,19‑25).
La vita cristiana non è rassegnazione passiva, ma conformazione dinamica al Cristo che, presente e operante in mezzo a noi con la sua  Parola, i suoi  sacramenti e la sua  Eucaristia, plasma noi e tutto il creato attraverso la forza del suo  Spirito.
T. non espone solo una sua esperienza spirituale e « mistica »: alla base di questa concezione unitaria c'è l'autentico dogma cristiano presentato, spesso solo con accenni, in maniera brillante, immaginifica, attraente e scevra di formule astratte. Egli ha compiuto un grandioso tentativo di riconciliare il mondo contemporaneo, pieno di fiducia nella scienza, con i dati della fede partendo anche da un'inchiesta scientifica e utilizzando un metodo piuttosto fenomenologico. Naturalmente egli non era un filosofo e teologo di professione e per di più ha scritto moltissimo, rivedendo e correggendo sempre le sue idee in saggi non sempre destinati alla pubblicazione. Il suo sforzo di sintetizzare il cristianesimo in poche idee basilari, in una concezione globale cosmica, antropologica, cristologica ed ecclesiologica, lo ha esposto a qualche formulazione ambivalente, senza che egli ne prevedesse tutte le implicanze. Occorre perciò interpretare le sue immagini e le sue espressioni poco chiare con altri testi indiscutibili, tenendo presente la sua vita pienamente coerente con gli insegnamenti della Chiesa. Il dibattito suscitato intorno al suo pensiero ha contribuito a sensibilizzare la riflessione teologica sull'attività umana, la cristologia e l'escatologia, e a preparare quanto dirà più tardi la Gaudium et Spes (33‑39) sull'attività umana nell'universo in attesa che « il regno di Dio, già presente sulla terra nel mistero, giunga a perfezione con la venuta del Signore ».39
Bibl. Una bibliografia completa di e su Teilhard si trova in R. Gibellini, Teilhard de Chardin l'opera e le interpretazioni, Brescia 19923, 277‑292. Studi: L. Cognet, Le père Teilhard de Chardin et la pensée contemporaine, Paris 1956; G. Cuénot, L'evoluzione di Teilhard de Chardin, Milano 1962; H.D. Egan, Pierre Teilhard de Chardin, in Id., I mistici e la mistica, Città del Vaticano 1995, 619‑635; R. Faricy, Sono con voi ogni giorno. La dottrina spirituale di Teilhard de Chardin, Milano 1982; H. de Lubac, Il pensiero religioso di Teilhard de Chardin, Brescia 19722; Id., Il «credo» di Teilhard nel mondo, Brescia 19662; P. Noir, s.v., in DSAM XV, 115‑125; E. Rideau, La pensée du Père Teilhard de Chardin, Paris 1965; P. Sciadini, s.v., in DES III, 2444‑2449; F.A. Viallet, L'univers personnel de Teilhard de Chardin, Paris 1956; G. Vigorelli, Il gesuita proibito. Vita e opere di p. Teilhard de Chardin, Milano 1965.


  (*) in AAVV DIZIONARIO DI MISTICA, Libreria Editrice Vaticana 1998
anche  in : Mistici Online




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